giovedì 21 gennaio 2016

GEORGE ROMANOFF a Milano.


 
Settimana prossima accoglieremo a Milano, Sua Altezza Imperiale il Granduca George Romanoff di Russia, un giovane principe europeo e cristiano (discendente dalle famiglie imperiali di Russia e Germania, nato e cresciuto in Spagna), di sane idee tradizionali, profondamente religioso ed autentico patriota, moderno e coerente interprete del vero spirito cavalleresco ed aristocratico, un sicuro punto di riferimento ed una speranza per il futuro dell'Eurasia. George Romanoff, impegnato in diverse iniziative culturali e sociali (in particolare con la sua Fondazione internazionale per la ricerca sul cancro), viene in Italia per una serie di incontri istituzionali e professionali, per salutare e conoscere la comunità russa e gli amici italiani della Russia.
 
Martedì prossimo, 26 gennaio, all ore 17.45, visiterà la Chiesa Ortodossa di Milano, in Via Giulini angolo Via Porlezza: accogliamolo con grande partecipazione e calore, come simbolo della autentica Tradizione europea, manifestando così anche la nostra amicizia con il popolo russo, il nostro sostegno al bravo presidente Vladimir Putin e la nostra forte contrarietà alle ingiuste e nocive sanzioni economiche, imposte dalla infame plutocrazia mondialista, vera nemica della libertà e del benessere dei popoli e delle nazioni.
 
 

lunedì 29 giugno 2015

Intervista a Roberto Jonghi Lavarini.


 
venerdì, giugno 26, 2015    
 
Roberto Jonghi Lavarini, classe 1972, discendente da una famiglia tedesco vallese di antica nobiltà feudale, laurea in Scienze Politiche con tesi in “Araldica e Comunicazione”, cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, membro della Società Genealogica Italiana e del Centro Studi Araldici, soprannominato “barone nero” per la sua militanza politica, è tra i promotori della nuova associazione culturale Aristocrazia Europea
 
Barone, ci parli della vostra nuova iniziativa che ha già suscitato grande interesse... 
 
Premetto, al di là del simpatico soprannome, che sono un semplice decurione di campagna, orgoglioso delle proprie radici “walser”. Esattamente, il titolo spettante, ereditato dai miei antenati, sarebbe quello di “freiherr” che, nella giusta interpretazione tradizionale ed etimologica germanica, significa “uomo libero”, ovvero capo famiglia, in armi, non soggetto ad altra legge ed autorità, se non quella della propria “sippe” (comunità, tribù, villaggio). Preciso anche che sono solo uno dei promotori dell’associazione e che la stessa nulla ha a che fare con la politica. 
 
Prendiamo atto. Come nasce e come affronterà il futuro la vostra fondazione? 
 
Dalla volontà di un gruppo di amici, appassionati cultori e studiosi di storia, tradizioni, araldica e ordini cavallereschi, di preservare il pensiero aristocratico, ed il vero significato di nobiltà. Noi non siamo una classica associazione nobiliare o uno dei tanti sodalizi cavallereschi, legittimi e spesso anche benemeriti, che  rilasciano riconoscimenti, titoli e medaglie. Noi facciamo cultura e ci occupiamo di storia e di filosofia. Disprezziamo e condanniamo i tanti mitomani e truffatori che vendono patacche, quanto quei veri nobili che non si comportano più come tali. 
 
Cosa vuol dire essere Nobili nel 2015? 
 
E proprio per dare una risposta a questo annoso quesito che nasce la nostra associazione. I titoli, gli stemmi e le proprietà delle antiche famiglie italiane, rappresentano un grande patrimonio (storico, culturale, artistico ed identitario) della nostra nazione, assolutamente da tutelare, ma la vera nobiltà è altra cosa. Per noi, ereditare qualcosa non è sufficiente per essere qualcuno, la nobiltà è conquista e merito, selezione e governo dei migliori. L’aristocrazia non è semplicemente cultura e buone maniere, ma sopratutto tradizione, ovvero trasmissione e difesa di valori immanenti, “weltanschauung”, stile di vita, visione del mondo,  
 
Come agite in uno stato in cui l'aristocrazia nobiliare è caduta nel dimenticatoio dopo la Proclamazione della Repubblica? 
 
Noi vogliamo tutelare il patrimonio storico della nobiltà ma anche sostenere il pensiero aristocratico ed il concetto di cavalleria cristiana, ai quali, in tanti si avvicinano, per interesse storico e-o adesione culturale e spirituale, a prescindere dalle proprie origini genealogiche. La nobiltà autentica è, da sempre, una classe aperta, dinamica, in continua evoluzione, non un fenomeno statico o museale. Non a caso, non solo nelle monarchie, ma anche nelle repubbliche esistono degli ordini cavallereschi che premiano i migliori, o almeno così dovrebbero. 
 
Quali sono le vostre opere nel sociale? 
 
Noi non facciamo direttamente volontariato ma sosteniamo attivamente le iniziative dei più importanti e benemeriti ordini cavallereschi: quello Sovrano Militare Ospedaliero di Malta, quello Reale dei Santi Maurizio e Lazzaro e quelli Costantiniani di San Giorgio delle tre legittime obbedienze (di Parma, Napoli e Spagna). Certo è che, per un nobile, aiutare chi ha veramente bisogno (poveri e malati, anziani e bambini) è un preciso dovere (una “condicio sine qua non”) quanto quella di difendere la fede (per noi la Chiesa cattolica), la patria e le legittime case sovrane. 
 

sabato 30 maggio 2015

ARISTOCRAZIA EUROPEA


 
 
Associazione Culturale Aristocrazia Europea.
 
Noi siamo sostenitori e moderni interpreti del principio spirituale e filosofico di aristocrazia, nella sua corretta interpretazione, etimologica greca, tradizionale e cristiana, di “governo dei migliori”, di naturale selezione e gerarchia del merito. I nostri riferimenti storici, culturali ed ideali solo le polis greche, il patriziato romano, la cavalleria cristiana medievale, il Sacro Romano Impero, la società organica feudale, il rinascimento italiano e le monarchie tradizionali. La vera nobiltà è solo quella nazionalpopolare, identitaria, del pensiero e dell’azione,  al servizio della propria comunità e del proprio territorio, esempio, oltre che di cultura, buon gusto e buone maniere, soprattutto di assoluta lealtà, profondo senso di giustizia, del dovere e del sacrificio, autentico patriottismo, coraggio e fedeltà alla religione, alla corona ed alla parola data. La nostra associazione culturale, diversamente da tutte le altre, si rivolge sia a quella minoranza di nobili legittimi, che, avendo ereditato, dai propri antenati, stemmi e corone, rimangono fedeli a questa missione aristocratica che, a tutti coloro, cavalieri e autentici gentiluomini, condividono questi principi e valori.
Siamo una associazione culturale, libera ed indipendente, non a fini di lucro, promossa da un gruppo di autentici aristocratici e cavalieri, sotto l’alta protezione di un Principe europeo e di un Cardinale di Santa Romana Chiesa, con il sostegno e la collaborazione di alcuni docenti universitari ed esponenti del mondo della cultura, della impresa e della politica italiana. Siamo presenti in tutte le regioni italiane, ben radicati nella società, in ottimi rapporti con tutti gli Ordini Cavallereschi e le Case Sovrane europee, organizziamo iniziative culturali e benefiche, offriamo serissimi ed esclusivi servizi genealogici ed araldici. La vera nobiltà non è mai stata e non può essere un fenomeno statico e museale,  tantomeno statistico o mondano, ma, al contrario una viva tradizione culturale, una visione del mondo ed uno stile di vita, un giusto criterio di selezione della classe dirigente, di meritata premiazione dei migliori appartenenti ad una comunità, ad un popolo, ad una nazione. Noi tuteliamo certamente i legittimi diritti storici della nobiltà ereditaria ma sosteniamo maggiormente quella personale che ogni uomo, nella sua vita, può conquistare e raggiungere, migliorando se stesso, elevandosi spiritualmente verso l’alto.
STORIA e CULTURA
La storia della nostra Europa, delle nostre città e nazioni, coincide con quella delle grandi famiglie nobili e degli ordini religiosi e cavallereschi che hanno governato, per oltre un millennio, le nostre terre, rendendole ricche di castelli e monasteri, palazzi e chiese, opere d’arte, leggi ed istituzioni, che, ancora oggi, sono immenso patrimonio artistico e culturale della nostra civiltà. La vera aristocrazia è custode e portatrice di questa tradizione che è sintesi, stratificata e  consolidata, della filosofia greca, in particolare di Platone, della legislazione romana, della religiosità cristiana e dello spirito germanico, che ha trovato nel Sacro Romano Impero di Carlo Magno la sua più alta realizzazione spaziotemporale.
NOBILI e CAVALIERI
 
La stato italiano, a differenza delle monarchie e di altre repubbliche europee, non riconosce e non tutela i titoli nobiliari e gli stemmi araldici, in quanto tali. Dopo la scomparsa dell’ultimo Re d’Italia, Umberto II di Savoia, non esiste più una seria ed unica autorità, ufficiale e riconosciuta, che si occupi di questo patrimonio, ma operano autonomamente almeno una ventina, gran parte meritevoli, di albi, enti ed associazioni private, ognuna con i propri criteri e modus operandi. Oltre ai competenti uffici delle Case Sovrane e degli Ordini Cavallereschi (di Malta, Mauriziano e Costantiniano), riferimenti affidabili in materia sono certamente il Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, la Società Genealogica Italiana ed il Centro Studi Araldici. Esistono diverse associazioni, sodalizi e confraternite cavalleresche (soprattutto dinastiche e neo-templari), molte delle quali assolutamente legittime, serie e benemerite,  ma gli Ordini, prettamente detti, oltre a quelli statuali delle singole nazioni e Case Sovrane, sono solo quelli ufficialmente riconosciuti dalla stato italiano e dalla Santa Sede: lo SMOM (Sovrano Militare Ordine di Malta), l’OESSG (Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme), l’Ordine Teutonico, l’OSSML (Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro) e quello Costantiniano di San Giorgio (delle tre diverse obbedienze di Parma, Napoli e Spagna).
ARALDICA e GENEALOGIA
L’araldica è una millenaria forma di comunicazione tradizionale e simbolica. In collaborazione con i migliori araldisti (studiosi, esperti ed artisti), italiani ed europei, riproduciamo, rielaboriamo o realizziamo ex novo, in maniera assolutamente canonica e rigorosa, stemmi (nobiliari, di famiglia e personali, matrimoniali e genealogici, ecclesiastici e religiosi, militari, borghesi, di ordini cavallereschi, confraternite, sodalizi e corporazioni) su cartoncino, tela, legno e pietra. Possiamo anche realizzare i tradizionali anelli chevalier e gioielli araldici, tromplei e affreschi, riprodurre stemmi su tessuti, argenteria e ceramiche. Possiamo usare qualunque materiale e tecnica, realizzare disegni di qualsiasi dimensione, digitalizzarli per qualsiasi scopo. Siamo gli unici, in Italia, a proporre due tipologie artistiche molto particolari come quadri allegorici (ad olio su tela, misure a partire da 30x20cm) di scomposizione e ricomposizione simbolica degli elementi di stemmi araldici e soldatini personalizzati (cavalieri e fanti, storici e fantasy, pezzi unici di produzione artigianale, con resine e vari materiali, scala 5cm/1m) che riproducono esattamente le insegne araldiche dei nostri committenti. La genealogia è lo studio scientifico dello sviluppo storico delle famiglie e delle comunità e con accurate ricerche si può verificare e provare l’appartenenza ad una stirpe nobile, tutelandone il patrimonio culturale ed identitario. Tramite serissimi giuristi, professionisti, archivisti e ricercatori universitari, esperti di livello internazionale, offriamo, nella massima riservatezza e discrezione, consulenza (approfondita, documentata e asseverata) in materia genealogica e storico-nobiliare, verificando la realtà dei fatti,  al fine di ottenere eventuali riconoscimenti giuridici ufficiali (di titoli e stemmi legittimi) ed aggiunte anagrafiche di cognomi e predicati, con la possibilità di accedere ai circoli aristocratici più esclusivi ed ai massimi gradi dei principali ordini cavallereschi.

martedì 28 gennaio 2014

CARLO MAGNO IMPERATORE

“Ammonizione del Signor Imperatore Carlo”

 
Abituate agli odierni discorsi politici, molte persone non hanno la minima idea di quale possa essere l’allocuzione di un capo di Stato veramente cattolico, quale fu per esempio Carlo Magno. Riproduciamo qui di seguito il suo discorso ai dignitari del regno alla chiusura del Consiglio Generale di Aquisgrana nell’802. Chiamato “Ammonizione del Signor Imperatore Carlo”, fu pronunciato in latino, lingua che Carlo Magno parlava correntemente. Esso contiene un vero “programma di governo”, fondamento di una civiltà cristiana in linea con la Città di Dio descritta da Santo Agostino.

*    *    *    *    *
 
“Udite, fratelli, dilettissimi, siamo stati inviati qui per la vostra salvezza, per ammonirvi e dirvi come dovreste vivere in modo giusto e buono secondo Dio. Innanzi tutto vi esorto a credere in un solo Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Egli è un Dio unico e vero, perfetta Trinità e vera unità, Dio creatore di tutte le cose visibili e invisibili, nel quale è la nostra salvezza ed Egli è l’autore di tutti i nostri beni.
“Credete che il Figlio di Dio per la salvezza del mondo si è fatto uomo ed è nato per opera dello Spirito Santo dalla Vergine Maria. Credete che per la nostra salvezza ha subito la morte e il terzo giorno è risuscitato dai morti, è asceso ai cieli e siede alla destra di Dio. Credete che Egli verrà a giudicare i vivi e i morti e allora renderà a ciascuno secondo le sue opere.
“Credete nell’unica Chiesa, cioè la comunità degli uomini buoni, diffusa su tutta la terra, e sappiate che potranno essere salvi ed appartengono al Regno di Dio soltanto quelli che perseverano fino alla fine nella fede, nella comunione e nella carità di questa Chiesa. Quelli invece che per i loro peccati sono scomunicati da questa Chiesa e non ritornano ad essa con la penitenza, non possono più fare in questa vita nulla che sia gradito a Dio.
“Abbiate fiducia che nel battesimo avete ricevuto la remissione di tutti i peccati, sperate dalla misericordia di Dio che i vostri peccati quotidiani vengano rimessi attraverso la confessione e la penitenza. Credete nella resurrezione di tutti i morti e nella vita eterna, e nell’eterno supplizio per gli empi.
“Questa dunque è la nostra fede, per mezzo di essa sarete salvi, se la custodirete fermamente e la adempirete con le opere buone, infatti ‘la fede senza le opere è morta’ e le opere, anche se buone, senza la fede non possono piacere a Dio. Prima di tutto quindi amate Dio onnipotente con tutto il cuore e con tutte le vostre forze e tutto ciò che sapete che piace a Dio, fatelo sempre, per quanto potete, con l’aiuto di Dio. Fuggite coloro che sono in contrasto con Dio. E ‘chi dice di amare Dio ma non osserva i Suoi comandamenti è bugiardo’.
“Amate i vostri prossimi come voi stessi e fate l’elemosina ai poveri secondo le vostre possibilità. Accogliete i viandanti nelle vostre case, visitate gli infermi e porgete misericordia a coloro che sono in carcere. In questa primavera non fate male a nessuno, per quanto potete, e non consentite con quelli che fanno il male. Non soltanto infatti coloro che lo fanno sono rei, ma anche coloro che sono consenzienti. E perdonatevi vicendevolmente i vostri peccati, come volete che Dio perdoni a voi a vostri peccati.
“Riscattate i prigionieri, aiutate quelli che sono oppressi ingiustamente, difendete le vedove e gli orfani. Giudicate con giustizia, non consentite alle iniquità, non serbate a lungo l’ira, evitate l’ebbrezza e i banchetti superflui. Siate umili e benigni tra voi, e servite fedelmente nostro Signore, non commettete furti e spergiuri e non consentite con quelli che li commettono. L’odio e l’invidia allontanano dal Regno di Dio, perciò riconciliatevi presto tra voi, nella pace. Peccare è umano, è angelico emendarsi, ma diabolico perseverare nel peccato.
“Difendete la Chiesa di Dio e venite in aiuto alla sua causa, affinché i sacerdoti di Dio possano sempre pregare per voi. Ricordatevi di quel che avete promesso a Dio nel battesimo: avete rinunciato al diavolo e alle su opere. Non vogliate tornare a quelle cose cui rinunciaste, ma rimanete piuttosto nel volere di Dio, come avete promesso, e amate Colui che vi ha creati e dal quale avete ricevuto ogni bene.
“Ciascuno serva fedelmente Dio nello stato in cui si trova. Le mogli siano sottomesse ai loro mariti, in bontà e pudicizia, e si guardino dalla fornicazione, dai sortilegi e dall’avidità di lucro, poiché coloro che fanno queste cose ripugnano a Dio. Esse nutrano i propri figli nel timore di Dio e facciano elemosine tanto quanto rende l’animo lieto e secondo la buona volontà. I mariti amino le loro mogli e non dicano loro parole brutte, governino la casa e vadano spesso in chiesa, piamente. Rendano agli uomini ciò che devono, senza mormorazioni, e rendano a Dio ciò che è di Dio, con buona volontà. I figli amino i loro genitori, li onorino e non disubbidiscano loro. Si guardino da furti, omicidi e fornicazioni, e quando raggiungono la maggiore età prendano legittima moglie, a meno che preferiscano entrare al servizio di Dio.
“I chierici e i canonici obbediscano diligentemente agli ordini dei loro vescovi, e non vadano vagando da luogo a luogo. Non si immischino negli affari secolari, vivano in castità, ascoltino spesso la lettura delle Sacre Scritture con cui Dio li esorta, compiano con diligenza i doveri ecclesiastici. I monaci mantengano ciò che promisero a Dio e non facciano alcunché se non ciò che comanda loro l’abate, e non cerchino di guadagnare con turpe lucro. Tengano a memoria la loro Regola e la osservino fermamente, conoscendo quell’insegnamento secondo cui è meglio non fare voto piuttosto che dopo averlo fatto, non osservarlo.
“I duchi, i conti e i magnati esercitino la giustizia sul popolo e siano misericordiosi verso i poveri. Non infrangano la giustizia in cambio di denaro e non condannino gli innocenti per odii personali. Tengano sempre a mente quella frase dell’Apostolo che dice: Tutti dovremo stare di fronte al tribunale di Cristo, perché ciascuno riceva secondo ciò che ha fatto, o il bene o il male. E il Signore stesso dice: Con il giudizio con cui giudicate sarete giudicati!. Cioè agite con misericordia per ricevere misericordia da Dio. Non vi è nulla di nascosto che non sarà conosciuto, nulla di velato che non verrà portato alla luce. E ancora, per ogni parola infondata renderemo conto nel giorno del giudizio.
“Cerchiamo dunque di fare tutto con il Suo aiuto, sì da poter piacere a Dio in tutte le nostre opere e affinché dopo questa vita presente possiamo meritare di gioire con i santi di Dio in eterno. Breve è questa vita e incerto il tempo della morte: che cosa dunque dobbiamo fare, se non essere sempre pronti? Pensiamo quanto sia terribile cadere nelle mani di Dio ! Ma chi confessa e suoi peccati e fa penitenza e fa elemosine, ebbene Dio è misericordioso e clemente. Se ci vedrà tornare a lui con tutto il cuore, subito avrà pietà di noi e userà con noi la sua misericordia; ci concederà in questo mondo una vita felice e la vita futura con i suoi santi in eterno.
“Che Dio vi custodisca, fratelli dilettissimi!”

(Carlo Magno. Le Lettere, a cura di Dag Tessore, Città Nuova, Roma, 2001, pp. 79‑83.)

Chiesa e Impero nella visione di Carlo Magno


“Desidero stabilire con la vostra Beatitudine un’alleanza inviolabile di uguale fede e carità, in modo che, per la grazia che Dio ha donato alla vostra apostolica Santità, mi raggiunga ovunque la benedizione apostolica invocata per mezzo delle preghiere dei santi, e la santissima Sede della Chiesa Romana, per concessione di Dio, sia sempre difesa dalla nostra Devozione. A noi spetta, secondo l’aiuto della divina misericordia, difendere con le armi ovunque, all’esterno, la santa Chiesa di Cristo dall’incursione dei pagani e dalla devastazione degli infedeli, e all’interno fortificarla con il riconoscimento della fede cattolica. A Voi invece, Padre santissimo, spetta alzare – come Mosè – le mani a Dio per aiutare la nostra milizia, cosicché, con la vostra intercessione e grazie alla guida e alla concessione di Dio, il popolo cristiano riporti sempre ed ovunque vittoria sui nemici del Suo santo nome, e il nome del Signore nostro Gesù Cristo sia glorificato nel mondo intero”.
 (Lettera al Papa S. Leone III, 796.)
 

giovedì 9 gennaio 2014

Il "barone nero" Roberto Jonghi Lavarini

 
Roberto Jonghi Lavarini ha 40 anni, è felicemente sposato con Veronica ed ha due figlie di 11 e 6 anni, Beatrice e Ludovica. Laureato in Scienze Politiche alla Università Statale di Milano, lavora come consulente immobiliare (compravendita e ristrutturazioni) nella società di famiglia ed è iscritto a diverse associazioni di categoria. Cristiano Cattolico praticante, fedele alla Tradizione, è Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e Volontario del Corpo Italiano di Soccorso del Sovrano Militare Ordine di Malta. Appassionato di storia, cultura, araldica, tradizioni religiose e popolari, enogastronomia e sagre paesane, è molto legato alle radici ed alla identità Walser (tedesco-vallese) della propria famiglia e fa parte del gruppo folkloristico del suo paese di origine, Ornavasso. Da sempre coerente militante di destra, è stato: Segretario del Fronte della Gioventù di Milano, Dirigente Provinciale del Movimento Sociale Italiano, Dirigente Regionale di Alleanza Nazionale e della Fiamma Tricolore della Lombardia, Consigliere Circoscrizionale e Presidente della Zona Porta Venezia, per due volte candidato alla Camera dei Deputati come Indipendente ne La Destra. Attualmente, per scelta, non ricopre alcuna carica politica e non è iscritto a nessun partito ma collabora con svariate associazioni culturali e testate giornalistiche, partecipando a diverse trasmissioni televisive come opinionista. http://www.robertojonghi.it/

 
Antica famiglia Walser (tedesco-vallese) della Vall d’Ossola, gli Jonghi Lavarini sono i legittimi discendenti dei nobili carolingi Crussnall primi signori feudali di Ornavasso, poi trasferitisi in Svizzera. Il Capostipite di questa importante Sippe germanica, storicamente presente in tutte le valli del Monte Rosa, è Jocellino I von Urnavas, citato nel 1275 come Visdomino di Naters. Da suo nipote Jocellino II “Jung” (il giovane), discendono appunto gli Jonghi von Urnavas che furono fra i promotori della colonizzazione walser delle Alpi, spingendosi, oltre il passo del Sempione, fino a fondovalle, a Casaleccio, Ornavasso e Migiandone, rivendicando la titolarità su quelle terre.  Nel 1486, il Vescovo di Sion, Iodico von Syllinen, Signore del Vallese e Principe del Sacro Romano Impero, rivendicando il legittimo dominio su quelle terre, nominò, suo Curatore, il Ritter (Cavaliere) Theodorus Jongh, riconoscendolo erede dei primi signori di Ornavasso  (poi trasferitisi nel Vallese) con lo spettante titolo di Freiherr von Urnavas. Già nel 1495, però, il Ducato di Milano ed i Visconti rientrarono definitivamente in possesso della Baronia di Ornavasso, accordandosi con le “locali genti alemanne” (Walser), alle quali venne concessa una larga autonomia.  Da allora i “todeschi Jonghi di Urnavas” sono sempre citati  negli eventi storici della valle. In particolare, nel 1575, Pietro ed Angelino Jonghi, partecipano alla costituzione degli Statuti di Ornavasso in quanto “cardenzari et uomini particolari di detto luoco”.  Nel 1605, gli Jungen Urnavas sono citati nel “Wappenbuch des Heligen Romischen Reichs” (registro degli stemmi del Sacro Romano Impero). Nel corso dei secoli possedettero molte terre agricole, pascoli, boschi, cave di marmo e palazzi signorili (ancora esistenti come quelli di Ornavasso, Vogogna e Piedimulera), imparentandosi con le più importanti famiglie del Verbano-Cusio-Ossola. Dal 1738 gli Jonghi furono sempre presenti nel Consiglio Generale dell’Ossola come Patriziato Aggregato. Nel 1900, S.M. Re Umberto I concesse al Nob.Cav.Ing. Cesare Jonghi di aggiungere al proprio cognome ed al proprio stemma anche quelli materni dei nobili Lavarini (famiglia di remota origine veneta, di medici ed impresari, decurioni e sindaci, citata fin dal 1575). http://www.genmarenostrum.com/pagine-lettere/letteraj/jonghilavarini.htm


Intervistiamo Roberto Jonghi Lavarini (41 anni, noto esponente della destra milanese, opinionista radio televisivo, ex dirigente del MSI e di AN, già presidente della zona Porta Venezia): uno "politicamente scorretto e senza tanti peli sulla lingua". D (domanda) – R (risposta) D - Ti abbiamo sentito alla Zanzara sotto il fuoco incrociato di Cruciani e Parenzo… R - Si, è un bel ring anche se alla radio è impossibile spiegare bene i concetti, difendersi e replicare. Mi dispiace solo essere stato obbligato a parlare solo del passato e non del presente, tantomeno del futuro. Comunque, sia chiaro: non mi vergogno affatto delle mie idee e non ho certo paura di esprimerle liberamente. Io non rinnego nulla e non mi tiro indietro davanti ad una sfida. Il mio giudizio storico sul Fascismo e Mussolini rimane assolutamente positivo. Anzi, a dirla tutta, di fronte alla attuale crisi dell’occidente, causata dalle speculazioni della plutocrazia internazionale, incomincio anche a capire ed a rivalutare certe scelte politiche ed economiche della Germania Nazional-Socialista. La storia del secolo scorso è tutta da riscrivere... D - Ti abbiamo anche letto sui giornali parlare di Grillini e Lepenisti… R - Ho semplicemente riportato dei fatti assolutamente noti: Marine Le Pen, in vista delle prossime elezioni europee del 2014, vuole giustamente costituire un fronte europeo dei popoli e delle nazioni, e, attraverso tutta una serie di contatti ed incontri,  cerca degli interlocutori affidabili anche in Italia. Mi hanno però assicurato, dalla sua segreteria politica, che non vi è e non vi sarà  mai alcun accordo con il Movimento 5 Stelle. Ad oggi, quindi, gli unici referenti ufficiali del Front National francese, rimangono solo la Fiamma Tricolore e La Destra che, non a caso, hanno ripreso ed accelerato il processo di riunificazione della destra sociale italiana. D - Infatti, sabato sarai a Roma alla rifondazione di AN lanciata da Storace… R - Quella di riesumare la vecchia Alleanza Nazionale è evidentemente solo una provocazione politica, rivolta soprattutto agli amministratori della omonima fondazione (che gestisce il patrimonio del MSI) ed ai Fratelli d’Italia: l’obbiettivo è, finalmente, quello di riunire, rinnovare e rilanciare la destra italiana, partendo dall’appello lanciato, a suo tempo, da Marcello Veneziani e dal  progetto Itaca. Urge un nuovo movimento anti-mondialista che difenda veramente l’identità, la sovranità, i sacrosanti interessi del nostro popolo e della nostra nazione. Bisogna fare massa critica, voltare pagina, chiudere con vecchi rancori e polemiche. Su questa strada obbligata (non solo dallo sbarramento elettorale del 4%), i nostri primi e naturali interlocutori non possono che essere gli amici di Officina per l’Italia. D - Veniamo a Milano, quale è il tuo commento sul Far West di Quarto Oggiaro? R - Conosco bene quel quartiere difficile e, durante la campagne elettorali, in mezzo a centinaia di cittadini assolutamente perbene, ho incrociato anche diversi pregiudicati, alcuni dei quali cercavano veramente di cambiare vita ma non è facile. Lo stato deve fare sentire tutta la sua autorità ed autorevolezza, innanzitutto dando risposte concrete (case popolari, asili nido, spazi per i giovani, sussidi per gli anziani, istruzione e supporto al mondo del lavoro) e secondariamente con una presenza costante e visibile delle forze di polizia. Per sradicare la criminalità ed il degrado, servono “il bastone e la carota”, ovvero legge ed ordine (anche “il pugno di ferro” quando serve) ma insieme a giustizia sociale. Ma in quella zona, è giusto ricordare che ci sono anche tanti esempi positivi: parrocchie, centri sportivi, associazioni culturali e di volontariato e tanta solidarietà. D - Quale è il tuo giudizio sui governi locali di Pisapia, Podestà e Maroni? R - Quello sulla giunta rossa del radical-chic Pisapia è assolutamente pessimo: ha diminuito fortemente la sicurezza ed il benessere dei milanesi, tartassato famiglie e commercianti, abbandonato le periferie, difeso solo zingari e leonkavallini, riempito di consulenze e soldi pubblici i propri compagni di merende. La giunta provinciale ha lavorato benino ma, contando veramente poco, non se ne è accorto nessuno. E dalla Regione Lombardia, dopo tutte le incoraggianti promesse elettorali di cambiamento di Maroni e della sua lista civica, sinceramente, mi sarei aspettato di più, ma è ancora presto per giudicare, diamogli ancora qualche mese. La verità è che in questa crisi sistemica della democrazia, i partiti e le assemblee elettive contano sempre meno e la classe dirigente selezionata è sempre più mediocre e meno autonoma. Bisogna tornare alla grande e buona Politica, fatta con disinteresse e passione, per la propria comunità, ognuno con le proprie idee. D - Ma quali sono le tue proposte concrete per uscire da questa grave crisi sociale? R – Grazie della domanda, finalmente parliamo di cose concrete! Le famiglie e le imprese italiane sono soffocate dalle tasse e dalla burocrazia, non si riesce più a lavorare e, in certi casi, nemmeno a sopravvivere. E per abbassare questa vessatoria e insopportabile pressione fiscale, oltre a fare tagli (e di carrozzoni inutili e sprechi ce ne sono ancora tantissimi), bisogna rivoluzionare il sistema economico dello stato, rivedere i trattati europei, riprenderci la nostra piena sovranità monetaria, nazionalizzare la Banca  d’Italia, vietare e punire severamente le infami speculazioni dell’alta finanza privata internazionale che sono la principale causa di questa crisi. D - Ora arriva il giochino del botta e risposta. Ad ogni nome che faccio voglio un definizione sintetica o un tuo commento veloce. D - Erich Priebke: R - Un soldato tedesco che ha ubbidito ad ordini superiori. Pace all’anima sua. D - Papa Francesco: R - Simpatico, comunicativo, nazionalpopolare ma io preferivo Benedetto XVI. D - Silvio Berlusconi: R - Un sincero anticomunista. Un grande uomo, con più pregi che difetti. D - Alba Dorata: R - Onore ai due giovani patrioti greci ammazzati dai sicari del mondialismo. D - Primavera Araba: R - Una tragedia. Io difendo i cristiani perseguitati ed in Siria sostengo Assad. http://destrapermilano.blogspot.it/2013/11/intervista-roberto-jonghi-lavarini-7.html

giovedì 19 dicembre 2013

ReAzione NazionalPopolare


 
 
Da sempre l'autentica aristocrazia è legata alla propria terra e difende la propria comunità. Partecipare a questa legittima protesta, popolare e patriottica, legale e pacifica, è per noi naturale. Bisogna dare risposte, soprattutto, al disagio delle giovani generazioni, che – specie gli intellettuali muniti di laurea, master e specializzazioni, col bagaglio dei sacrifici delle loro famiglie – hanno ripreso la via della emigrazione in quanto l'Italia, loro Patria, nega ai suoi figli il pane dell'oggi, la possibilità di costruirsi la famiglia, la casa, e le prospettive per il futuro. Oggi saremo con Calvani ma, domenica, accompagneremo gli altri "forconi" in Piazza San Pietro. Forte è la componente cattolica del movimento, che si riconosce nella Dottrina Sociale della Chiesa. Papa Francesco si è sempre dimostrato attento al mondo del lavoro ed al disagio degli ultimi della Terra, lontani e vicini. Darà loro e a noi tutti, la benedizione apostolica. Sempre con gli ultimi, oggi della società industrializzata occidentale cosiddetta opulenta che espelle i suoi figli. Condividiamo e sosteniamo le ragioni della protesta popolare dei "forconi" evocando le lotte degli oppressi di ogni epoca, così come fu nel nostro Risorgimento nazionale, contro il Governo delle tasse e l'Europa delle banche. Per questo oggi manifestiamo pacificamente e domenica saremo in Piazza San Pietro per ricevere la benedizione di Sua Santità Papa Francesco. La nostra è una adesione convinta ed una partecipazione discreta, da uomini della Tradizione, devoti cristiani e fedeli patrioti. Armati solo del tricolore glorioso dei nostri padri. Siamo e saremo in piazza solo con le bandiere tricolori della nostra amata Italia! Abbiamo visto agenzie ed articoli che strumentalizzano la nostra adesione alla protesta, ma ricordiamo a tutti che le famiglie storiche italiane hanno segnato il percorso e l’evoluzione dei nostri paesi, delle nostre città e della nostra nazione. E che l'autentica nobiltà del sangue, della scienza, della Chiesa, della cultura, della toga, dell’arte e del lavoro ha sempre difeso il popolo e lottato per le cause giuste e i diritti dei poveri e degli oppressi .
Fernando Crociani Baglioni
Presidente del Centro Studi Storici e Politici Internazionali 'Patria e Libertà'
 
 
Ah, serva Italia di Dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia ma bordello......mai Padre Dante fu così attuale. In un momento di forte crisi economica e identitaria, sancito dal completo e totale abbandono del popolo Italiano, da parte di una classe politica e dirigente miope e assente, sono assolutamente solidale con il movimento dei Forconi, il Movimento della gente comune che ha e sta avendo il coraggio di imporre l'identità di Popolo Sovrano ad una Italia (delle Poltrone) troppo sottomessa alle regole Europee e che non riesce più a garantire il benessere degli Italiani; delle Famiglie; delle Imprese; delle classi meno abbienti e di chi dopo una vita di lavoro e sacrifici è costretto a rovistare nei cassonetti per mettere insieme il pranzo con la cena. È giunto il momento che il Popolo Sovrano, decida senza se è senza ma, da chi deve essere governato. È giunto il momento che l'Italia si svegli dal Suo torpore e torni ad essere l'Italia che tutte le culture e società civili del Mondo ci hanno sempre invidiato....
Antonino d'Este Orioles
 
 
“Vento del Sud – Invito alla Rivolta”
E’ lo slogan della battaglia meridionalista a favore del mondo rurale che da anni conduco contro i potentati. Non sono di destra, di sinistra o di centro. Desidero solamente in spirito di servizio per l’Europa, scrivere alcune verità, che spero possano essere utili a favorire la ripresa economica e morale del nostro continente. La verità rimane la grande arma di cui si serve la libertà per difendere se stessa. La verità sveglia chi dorme, mette l’uomo di fronte alla propria coscienza, stende davanti ai potenti il corpo agonizzante dell’Italia, coperta dal superfluo e priva di ciò che è veramente necessario. Vi è tanta gente che vuole conoscere la verità, la gente che lavora, che fa il proprio dovere, che crede ancora nel futuro del nostro Paese. Dobbiamo dimostrare al mondo intero che la nostra comunità nazionale, per quanto mal governata e peggio amministrata, possiede enormi risorse di inventiva, di intelligenza e una grande voglia di lavorare. C’è ancora un’Italia che pretende di vedere meglio impiegati i propri risparmi, che non può tollerare la moltiplicazione degli sprechi, né l’impunità di chi ne è responsabile. Qualcuno spera, ipnotizzando il popolo, di fargli chiudere gli occhi perché non veda quanto è grande la falla sulla chiglia. Vorrei essere tra quegli uomini liberi e indipendenti a far capire quanto questa falla è ampia, e voglio farlo a qualunque costo, indicando i responsabili senza riguardo per nessuno, perché oggi come ieri in Italia si può rubare, corrompere e sprecare denaro dei cittadini senza correre pericoli. Il solo pericolo che esiste è dire la verità. Dobbiamo comunque essere ottimisti per il futuro. Il Meridione prenderà coscienza meditando sulla sua rovina. Sono certo che saranno le giovani generazioni del Meridione, accantonando le volute, inattuali, artificiose divisioni di carattere ideologico, a intraprendere una rivolta ideale che riporterà libertà e giustizia in Italia. Dal Mezzogiorno si leverà alto il grido di dolore, ed ai meridionali tornerà la memoria storica e il senso di appartenenza al profondo Sud, e la consapevolezza di essere parte di quella terra che ha dato la civiltà al mondo.
SFORZA RUSPOLI, Principe Romano
 
Neofascisti, monarchici e nobili contadini: ecco la 'corte' dei Forconi
Destra radicale in piazza ma senza bandiere. Da Milano arriva l'incitamento a "Marciare su Roma come nel 1922". Con i Forconi anche i Monarchici Tradizionalisti
Una mobilitazione diversa e diversificata che ha creato spaccature, dubbi, paure ma che ha anche risvegliato interessi e partecipazioni di monarchici tradizionalisti e malinconici di tempi andati. Piazza del Popolo a Roma ha almeno cinquanta sfumature del tricolore: avvolti in bandiere non ci saranno soltanto i Forconi che hanno bloccato le strade del paese il 9 Dicembre. L'Italia ferma di quei giorni ricordava forse i tempi in cui "i treni arrivavano in orario"? Ma in qualche modo ha suscitato vecchie emozioni e resuscitato personaggi d'altri tempi. Ma andiamo con ordine. Le spaccature all'interno dei Forconi iniziavano a sentirsi anche tra i movimenti neofascisti. Calvani, leader e organizzatore della protesta, aveva parlato chiaro: “Casapound e Forza Nuova non manifesteranno assolutamente con noi”. Mariano Ferro e Lucio Chiavegato, del Coordinamento nazionale 9 dicembre, avevano paura di infiltrazioni e tensioni. Tutti gli organizzatori della protesta avevano poi preso le distanze da Corrado Zunino, che aveva espresso opinioni antisemite su cui era scattata una polemica con l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. All'estrema destra il dibattito altrettanto acceso: “Andremmo a manifestare anche se Casapound non esistesse” ha detto il vicepresidente di dell'organizzazione Simone Di Stefano, condannato pochi giorni fa a tre mesi per avere sostituito la bandiera Ue dalla sede romana della Commissione europea durante un blitz. Come movimento Casapound non andrà in piazza in via ufficiale e non porterà le sue bandiere, ma i militanti saranno in piazza per questa "giornata festosa” ha sottolineato Di Stefano. Non è d'accordo Roberto Fiore, segretario di Forza Nuova, che ha le stesse paure di alcuni leader dei Forconi: "Il rischio sono le infiltrazioni da parte di persone e ambienti che mirano a destabilizzare il Movimento e che possano anche solo lontanamente portare a provocazioni di tipo golpistico-massonico”. Ma comunque se si va in piazza a titolo individuale un tricolore nello zaino lo si mette. Intanto arriva il commento sulla di Roberto Jonghi Lavarini, detto "barone nero", militante della Destra di Milano. Jonghi Lavarini ha partecipato attivamente al presidio milanese dei Forconi in piazzale Loreto ma è stato vicino anche ai coltivatori che hanno manifestato nelle campagne varesotte. Così incita alla partecipazione: “Marciamo su Roma come nel 1922. Dobbiamo pacificamente assediare e assalire i palazzi del potere politico ed economico”. Infine nel giorno della protesta a piazza del Popolo maliconicamente ammette: "Un colpo di stato militare? Magari fosse possibile, come quelli dei Colonnelli in Grecia o di Pinochet in Cile ma i tempi sono cambiati ed i veri colpi di stato oramai li fanno solo le banche private, le borse, le agenzie di rating, l'alta finanza senza volto che, giustamente e con grande lungimiranza, Benito Mussolini denunciava e definiva come plutocrazia internazionale". Infine l'augurio d'incontrare in piazza il generale Antonio Pappalardo, militare in congedo candidatosi alle elezioni regionali del 2008 in Sicilia con il Movimento per l'Autonomia di Raffaele Lombardo. Ma chi è il malinconico "barone nero"? Ce lo spiegano Daniele Nalbone e Giacomo Russo Spena, autori di "Ripuliti: postfascisti durante e dopo Berlusconi", edito con Castelvecchi. Roberto Jonghi Lavarini è stato tra i soci fondatori di Cuore Nero, circolo neofascista milanese, e si è vantato pubblicamente di essere membro della Fondazione internazionale generale Augusto Pinochet. Tra il 1997 e il 1998 è stato presidente di Alleanza Nazionale del consiglio di zona 3 e passò alle cronache per aver esercitato il suo mandato istituzionale con un ritratto di Mussolini, in uniforme e con il braccio teso nel saluto romano, in bella mostra nel suo ufficio, oltre che per aver inutilmente tentato di rimuovere all'entrata dello stesso consiglio una lapide in memoria dei caduti partigiani e dei "deportati antifascisti ed ebrei nei campi di sterminio nazisti". Organizzatore dei "festeggiamenti fascisti" per la Marcia su Roma e dei "torpedoni neri" per Predappio, in un suo blog Roberto Jonghi Lavarini si vantava di aver intrattenuto, nel corso degli anni, rapporti con i neonazisti tedeschi e "contatti ufficiali" con le Destre sudamericane, cilene e paraguaiane, ma anche in Sudafrica con i razzisti boeri di Eugène Terre'Blache. Un personaggio decisamente sopra le righe, Jonghi Lavarini. amico personale della famiglia La Russa, passato dal Fronte della gioventù, di cui fu anche segretario provinciale agli inizi degli anni novanta, ad Alleanza Nazionale, alla Fiamma Tricolore e al Movimento sociale europeo dell'eurodeputato Roberto Bigliardo. Sua la sigla Destra per Milano, fondata nel 2000. Nell'ultimo periodo, riscoperte le proprie origini nobiliari, si è attivato, si dice su mandato del principe Emanuele Umberto di Savoia, per organizzare una corrente di aristocratici nell'ambito del Pdl. Forse sull'onda della sua riscoperta origine nobiliari Jonghi Lavarini dice che andrà in piazza del Popolo con il centro Studi Storici e Politici "Patria e Libertà" che annuncia nobili adesioni: "Sua Altezza Imperiale la Principessa Silvia Comeno d'Otranto (discendente dagli Imperatori di Bisanzio)" e "Sua Eccellenza il Principe Lilio Marescotto Sforza Ruspoli di Cerveteri, esponente della nobiltà nera papalina e della destra più tradizionalista e reazionaria, da sempre difensore del mondo agricolo". Insomma il mondo della nobilità vuole partecipare: pronti a scendere anche i Nobili Contadini e al loro fianco i Monarchici Tradizionalisti (Sabaudi ma anche Borbonici, Asburgici e Papalini...quindi anche le discendenze precedenti al 17 marzo 1861 saranno presenti!). Con loro anche i fratelli Diego e Mauro Zoia Puschina di Inveruno, dirigenti della Lega Nord, vicini a Mario Borghezio e il il Conte "Grappa" Alessandro Romei Longhena, imprenditore e allevatore di cavalli, che deve il suo soprannome alla passione che lo lega alla bevanda. E c'è pure chi fa l'occhilino all'uomo dell'anno, Papa Francesco: "Da sempre l'autentica aristocrazia è legata alla propria terra e difende la propria comunità. Partecipare a questa legittima protesta, popolare e patriottica, legale e pacifica, è per noi naturale. Oggi saremo con Calvani ma, domenica, accompagneremo gli altri Forconi in Piazza San Pietro. Forte è la componente cattolica del movimento che si riconosce nella Dottrina Sociale della Chiesa e Papa Francesco si è sempre dimostrato attento al mondo del lavoro ed al disagio degli ultimi, lontani e vicini, e darà loro la sua paterna benedizione" come ricorda Patrizio Romano Conte Cavaliere di Gran Croce Prof. Fernando Crociani Baglioni di Serravalle di Norcia.
Forconi, destra radicale si spacca. Casapound c'è, Forza Nuova no. "Marciamo su Roma come nel 1922" - Laura Eduati, L'Huffington Post  |  Pubblicato: 17/12/2013 18:36
Come è accaduto per il coordinamento dei cosiddetti forconi, anche la destra radicale si spacca in vista della manifestazione di domani a piazza del Popolo organizzata dagli scissionisti di Danilo Calvani. All'appuntamento si presenteranno i militanti di Casapound ma non quelli di Forza Nuova. Mentre promettono “una marcia su Roma come nel 1922” i militanti della Destra per Milano guidata dal “barone nero” Roberto Jonghi Lavarini, protagonista in questi giorni del presidio a piazzale Loreto ma anche nelle campagne varesotte in cima ai trattori dei coltivatori in lotta. Era stato proprio Calvani nei giorni scorsi a ribadire: “Casapound e Forza Nuova non manifesteranno assolutamente con noi”. Il timore, espresso soprattutto dagli altri coordinatori delle proteste cominciate il 9 dicembre come Mariano Ferro e Lucio Chiavegato, è che nel primo appuntamento romano dei forconi possano accadere tafferugli come a Torino. Il leader degli agricoltori pontini aveva poi ripetuto di non condividere le frasi antisemite pronunciate da Corrado Zunino.  “Andremmo a manifestare anche se Casapound non esistesse”, conferma il vicepresidente di Casapound Simone di Stefano, condannato a tre mesi per avere sfilato la bandiera Ue dalla sede della Commissione europea a Roma domenica durante un blitz. Di Stefano spiega che il suo movimento non ha aderito formalmente all'appuntamento di piazza del Popolo ma ugualmente i suoi militanti – in arrivo anche da molte parti d'Italia - ci saranno “senza le nostre bandiere ma soltanto con la bandiera italiana perché questa non è una protesta politicizzata e ogni italiano è benvenuto se vuole contribuire a una giornata festosa”. Di parere opposto Roberto Fiore, segretario di Forza Nuova, secondo il quale la manifestazione di domani potrebbe prendere una “piega imprevedibile”. Il rischio sono le “ infiltrazioni da parte di persone e ambienti che mirano a destabilizzare il Movimento dei Forconi e che possano anche solo lontanamente portare a provocazioni di tipo golpistico-massonico”. Da Milano Roberto Jonghi Lavarini invece promette: “Marciamo su Roma come nel 1922”. Con un linguaggio apertamente contradditorio: “Dobbiamo pacificamente assediare ed assalire i palazzi del potere politico ed economico”. Il leader della Destra per Milano, ex candidato per An e per La Destra di Storace, finora ha partecipato con i suoi militanti al presidio di piazzale Loreto. Ma si è anche fatto fotografare con un forcone in mano in cima al trattore di coltivatore agricolo di Varese - suo parente, specificano i comunicati apparsi sul sito dove campeggiano foto di saluti romani, motti della Xmas e poster che richiamano il periodo fascista. A scomunicare “il barone nero” Lavarini è proprio il coordinatore del presidio di piazzale Loreto, Giuseppe “Chewbe” De Leo, che mantiene la linea dettata da Mariano Ferro e Lucio Chiavegato. Ossia: non partecipare alla protesta di Danilo Calvani. “Piazza del Popolo è pericolosa, sarà la piazza degli interventisti mentre noi siamo pacifisti”. La ragione di tanto timore, spiega De Leo, corre nel web: “In molti luoghi virtuali abbiamo visto associare Calvani all'ex generale Pappalardo. Non vorremmo che dietro la sua figura ci fossero persone pronte a organizzare un colpo di stato usando poveri cittadini che vogliono soltanto protestare”.  Non pervenute invece le altre formazioni della destra radicale. Nei giorni scorsi Adriano Tilgher, portavoce del Fronte Nazionale, aveva spiegato che i suoi militanti stavano partecipando ai presidii a titolo personale pur condividendo la rabbia dei forconi mentre i neofascisti del Movimento sociale europeo – protagonisti dei tafferugli sotto la sede del quotidiano “La Repubblica” e lungo la Cristoforo Colombo il 9 dicembre – preferiscono rimanere in silenzio nonostante condividano le richieste di chi protesta. Un gruppo è accampato al Circo Massimo per chiedere un alloggio da destinare alle famiglie povere.
Forconi, anche l'aristocrazia nera in piazza con Calvani - 18 dicembre 2013  di Filippo Conti
A leggere i nomi manca solo la contessa Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare. Ma tant'è. Anche l'aristocrazia nera e papalina appoggia i forconi. Legata tradizionalmente alla terra e ai costumi contadini, i nobili romani non si sono lasciati sfuggire l'occasione di farsi notare. Così oggi alla manifestazione dei forconi a Roma, al fianco di Italo Calvani, ci saranno anche loro. Nobili contadini e Monarchici tradizionalisti. E domenica accompagneranno i leader dei forconi in piazza San Pietro. A ricevere la benedizione del Papa. Ecco alcuni dei nobili presenti oggi alla manifestazione così come vengono presentati dal comunicato stampa: "Sua Altezza Imperiale la Principessa Silvia Comeno d’Otranto (discendente dagli Imperatori di Bisanzio), la Contessa Elena Manzoni di Chiosca e Poggiolo (sorella dell’artista Piero e mamma di Pippa Bacca), il Conte “Grappa” Alessandro Romei Longhena (imprenditore, allevatore di cavalli, produttore e bevitore di grappa), il Barone “Nero” Roberto Jonghi Lavarini (Walser Freiherr von Urnavas, presidente del comitato Destra per Milano) ed i fratelli Diego e Mauro Zoia Puschina di Inveruno (dirigenti della Lega Nord, vicini a Mario Borghezio). Non poteva certamente mancare il sostegno (e forse anche la presenza) di un noto personaggio storico come Sua Eccellenza il Principe Lilio Marescotto Sforza Ruspoli di Cerveteri, esponente della nobiltà nera papalina e della destra più tradizionalista e reazionaria, da sempre difensore del mondo agricolo". Diciamo che molti manifestanti - rappresentanti della disperazione di molti cittadini e categorie - si chiederanno: ma questi che ci fanno qui? Speriamo solo che non li prendano a forconate
Ore 10.55 - Hanno fatto sapere di partecipare alla manifestazione di protesta dei Forconi a Roma anche un centinaio di Nobili Contadini (provenienti da tutta Italia) e Monarchici Tradizionalisti (Sabaudi ma anche Borbonici, Asburgici e Papalini) invitati dal Centro Studi Patria e Libertà del Patrizio Romano Conte Cavaliere di Gran Croce Prof. Fernando Crociani Baglioni di Serravalle di Norcia, che ha cosi motivato l’adesione: “Da sempre l’autentica aristocrazia è legata alla propria terra e difende la propria comunità. Partecipare a questa legittima protesta, popolare e patriottica, legale e pacifica, è per noi naturale. Bisogna dare risposte, soprattutto, al disagio delle giovani generazioni che hanno ripreso la via della emigrazione perché l’Italia nega loro il pane dell’oggi, la possibilità di costruirsi una famiglia e delle prospettive per il futuro. Oggi saremo con Calvani ma, domenica, accompagneremo gli altri Forconi in Piazza San Pietro. Forte è la componente cattolica del movimento che si riconosce nella Dottrina Sociale della Chiesa e Papa Francesco si è sempre dimostrato attento al mondo del lavoro ed al disagio degli ultimi, lontani e vicini, e darà loro la sua paterna benedizione”. Con Patria e Libertà, a Roma, saranno presenti Sua Altezza Imperiale la Principessa Silvia Comeno d’Otranto (discendente dagli Imperatori di Bisanzio), la Contessa Elena Manzoni di Chiosca e Poggiolo (sorella dell’artista Piero e mamma di Pippa Bacca), il Conte “Grappa” Alessandro Romei Longhena (imprenditore, allevatore di cavalli, produttore e bevitore di grappa), il Barone “Nero” Roberto Jonghi Lavarini (Walser Freiherr von Urnavas, presidente del comitato Destra per Milano), i fratelli Diego e Mauro Zoia Puschina di Inveruno (dirigenti della Lega Nord, vicini a Mario Borghezio), e il Principe Lilio Marescotto Sforza Ruspoli di Cerveteri, esponente della nobiltà nera papalina e della destra più tradizionalista e reazionaria, da sempre difensore del mondo agricolo.
Forconi, in piazza a Roma arrivano i "nobili": dalla Principessa di Bisanzio al Conte Grappa  - L'Huffington Post  |  Pubblicato: 18/12/2013 10:54 
In Piazza del Popolo, Insieme ai duri del movimento dei Forconi, ci saranno anche "un centinaio di Nobili Contadini (provenienti da tutta Italia) e Monarchici Tradizionalisti (Sabaudi ma anche Borbonici, Asburgici e Papalini)". Lo assicura il "Patrizio Romano Conte Cavaliere di Gran Croce Prof. Fernando Crociani Baglioni di Serravalle di Norcia" (candidato al Senato per Fratelli d'Italia), che ha comunicato di averli radunati tramite il suo centro studi "Patria e libertà". "Da sempre l'autentica aristocrazia è legata alla propria terra e difende la propria comunità - spiega Baglioni - Partecipare a questa legittima protesta, popolare e patriottica, legale e pacifica, è per noi naturale". Che preannuncia l'arrivo a Roma di una girandola di personaggi dai titoli e dalle ascendenze che hanno dell'incredibile. "Saranno presenti Sua Altezza Imperiale la Principessa Silvia Comeno d'Otranto (discendente dagli Imperatori di Bisanzio), la Contessa Elena Manzoni di Chiosca e Poggiolo (sorella dell'artista Piero e mamma di Pippa Bacca), il Conte "Grappa" Alessandro Romei Longhena (imprenditore, allevatore di cavalli, produttore e bevitore di grappa)". Più prosaica la qualifica di il "Barone Nero" attribuita all'istrionico personaggio della Milano nera Roberto Jonghi Lavarini (Walser Freiherr von Urnavas, presidente del comitato Destra per Milano). Che, in treno verso la Capitale rassicura a suo modo sulla non violenza della protesta: "Un colpo di stato militare? Magari fosse possibile, come quelli dei Colonnelli in Grecia o di Pinochet in Cile ma i tempi sono cambiati ed i veri colpi di stato oramai li fanno solo le banche private, le borse, le agenzie di rating, l'alta finanza senza volto che, giustamente e con grande lungimiranza, Benito Mussolini denunciava e definiva come plutocrazia internazionale". Nonostante il pantheon di riferimento, spiega che "siamo noi i veri democratici, gli uomini liberi che lottano contro la dittatura bancaria europea ed il sistema parassitario dei partiti". La lista dei presenti stilata da Baglioni passa poi per "i fratelli Diego e Mauro Zoia Puschina di Inveruno (dirigenti della Lega Nord, vicini a Mario Borghezio)". E, infine, "non poteva certamente mancare il sostegno (e forse anche la presenza) di un noto personaggio storico come Sua Eccellenza il Principe Lilio Marescotto Sforza Ruspoli di Cerveteri, esponente della nobiltà nera papalina e della destra più tradizionalista e reazionaria, da sempre difensore del mondo agricolo".
Strane Presenze: Miseria e nobiltà in piazza. C’è del sangue blu nei forconi.
Il conte Fernando Crociani Baglioni, tramite il suo centro studi Patria e Libertà, ha convocato la principessa Silvia Comeno d'Otranto (discendente dagli Imperatori di Bisanzio), la contessa Elena Manzoni di Chiosca e Poggiolo (sorella dell'artista Piero e mamma di Pippa Bacca) e il conte "Grappa" Alessandro Romei Longhena. "Partecipare a questa legittima protesta, popolare e patriottica, è per noi naturale".
 
Alle amministrative di maggio si è presentato - con Fratelli d'Italia - come consigliere del I Municipio. Alle elezioni di febbraio - sempre con FdI - si era candidato al Senato (collegio del Lazio) con lo slogan “L’Italia chiamò”. Oggi il conte Fernando Crociani Baglioni, esponente della Società romana, sarà in piazza del Popolo per la manifestazione di protesta dei Forconi. E stavolta, per conto del suo centro studi Patria e Libertà, ha contattato un centinaio di Nobili Contadini (provenienti da tutta Italia) e Monarchici Tradizionalisti (Sabaudi ma anche Borbonici, Asburgici e Papalini). Crociani ha annunciato che saranno presenti “sua altezza imperiale la principessa Silvia Comeno d'Otranto (discendente dagli Imperatori di Bisanzio), la contessa Elena Manzoni di Chiosca e Poggiolo (sorella dell'artista Piero e mamma di Pippa Bacca), il conte "Grappa" Alessandro Romei Longhena (imprenditore, allevatore di cavalli, produttore e bevitore di grappa), il barone "nero" Roberto Jonghi Lavarini (Walser Freiherr von Urnavas, presidente del comitato Destra per Milano) ed i fratelli Diego e Mauro Zoia Puschina di Inveruno (dirigenti della Lega Nord, vicini a Mario Borghezio)”.  “E’ una protesta trasversale – ha commentato il conte Crociani Baglioni – l’aristocrazia è sempre stata legata alla propria terra e difende la propria comunità. Partecipare a questa legittima protesta, popolare e patriottica, è per noi naturale”. Così pensare a un motto ‘sangue blu e forconi’ (invece dell’antitetico falce e martello) non è poi sbagliato. “La storia lo insegna, nella tradizione risorgimentale c’è stata vicinanza tra nobiltà e popolo. Il ‘forcone’ è simbolo dell’insurrezione. In piazza oggi deve andare in scena un’insurrezione pacifica ma che porti in superficie i malesseri che sono visibili quotidianamente. I giovani hanno difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro e a progettare un futuro. L’Italia nega loro il pane, perciò sono costretti a emigrare”. Non è ancora certa la presenza, ma  intanto è arrivato il sostegno anche del Principe Lilio Marescotto Sforza Ruspoli di Cerveteri “esponente della nobiltà nera papalina – ha ricordato il conte Fernando Crociani Baglioni - e della destra più tradizionalista e reazionaria, da sempre difensore del mondo agricolo “. E sulla componente cattolica del movimento, il conte Crociani Baglioni ha sottolineato che c’è un forte legame con “la Dottrina Sociale della Chiesa e Papa Francesco si è sempre dimostrato attento al mondo del lavoro ed al disagio degli ultimi, lontani e vicini, e darà loro la sua paterna benedizione". 'Miseria’ e nobiltà - alla fine - possono andare a braccetto, soprattutto con un forcone in mano. 
Neofascisti, monarchici e nobiltà nera marciano insieme al popolo dei Forconi
-Redazione- Folclorista la partecipazione all’insegna di “Quando c’era lui” alla protesta dei Forconi. Un’Italia che ricorda con nostalgia i tempi in cui i treni arrivavano in orario. Le spaccature all'interno dei Forconi iniziavano a sentirsi anche tra i movimenti neofascisti. Calvani, leader e organizzatore della protesta, aveva parlato chiaro: “Casapound e Forza Nuova non manifesteranno assolutamente con noi”. Mariano Ferro e Lucio Chiavegato, del Coordinamento nazionale 9 dicembre, avevano paura di infiltrazioni e tensioni. Tutti gli organizzatori della protesta avevano poi preso le distanze da Corrado Zunino, che aveva espresso opinioni antisemite su cui era scattata una polemica con l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Roberto Fiore, segretario di Forza Nuova, che ha le stesse paure di alcuni leader dei Forconi: "Il rischio sono le infiltrazioni da parte di persone e ambienti che mirano a destabilizzare il Movimento e che possano anche solo lontanamente portare a provocazioni di tipo golpistico-massonico”. Intanto arriva il commento sulla di Roberto Jonghi Lavarini, detto "barone nero", militante della Destra di Milano. Jonghi Lavarini ha partecipato attivamente al presidio milanese dei Forconi in piazzale Loreto ma è stato vicino anche ai coltivatori che hanno manifestato nelle campagne varesotte. Così incita alla partecipazione: “Marciamo su Roma come nel 1922. Dobbiamo pacificamente assediare e assalire i palazzi del potere politico ed economico”. Infine nel giorno della protesta a piazza del Popolo maliconicamente ammette: "Un colpo di stato militare? Magari fosse possibile, come quelli dei Colonnelli in Grecia o di Pinochet in Cile ma i tempi sono cambiati ed i veri colpi di stato oramai li fanno solo le banche private, le borse, le agenzie di rating, l'alta finanza senza volto che, giustamente e con grande lungimiranza, Benito Mussolini denunciava e definiva come plutocrazia internazionale". Infine l'augurio d'incontrare in piazza il generale Antonio Pappalardo, militare in congedo candidatosi alle elezioni regionali del 2008 in Sicilia con il Movimento per l'Autonomia di Raffaele Lombardo. Forse sull'onda della sua riscoperta origine nobiliari Jonghi Lavarini dice che andrà in piazza del Popolo con il centro Studi Storici e Politici "Patria e Libertà" che annuncia nobili adesioni: "Sua Altezza Imperiale la Principessa Silvia Comeno d'Otranto (discendente dagli Imperatori di Bisanzio)" e "Sua Eccellenza il Principe Lilio Marescotto Sforza Ruspoli di Cerveteri, esponente della nobiltà nera papalina e della destra più tradizionalista e reazionaria, da sempre difensore del mondo agricolo". Il  mondo della nobilità vuole partecipare: pronti a scendere anche i Nobili Contadini e al loro fianco i Monarchici Tradizionalisti (Sabaudi ma anche Borbonici, Asburgici e Papalini…quindi anche le discendenze precedenti al 17 marzo 1861 saranno presenti!). Con loro anche i fratelli Diego e Mauro Zoia Puschina di Inveruno, dirigenti della Lega Nord, vicini a Mario Borghezio e il il Conte "Grappa" Alessandro Romei Longhena, imprenditore e allevatore di cavalli, che deve il suo soprannome alla passione che lo lega alla bevanda. "Da sempre l'autentica aristocrazia è legata alla propria terra e difende la propria comunità. Partecipare a questa legittima protesta, popolare e patriottica, legale e pacifica, è per noi naturale. Oggi saremo con Calvani ma, domenica, accompagneremo gli altri Forconi in Piazza San Pietro. Forte è la componente cattolica del movimento che si riconosce nella Dottrina Sociale della Chiesa e Papa Francesco si è sempre dimostrato attento al mondo del lavoro ed al disagio degli ultimi, lontani e vicini, e darà loro la sua paterna benedizione" come ricorda Patrizio Romano Conte Cavaliere di Gran Croce Prof. Fernando Crociani Baglioni di Serravalle di Norcia.